La società contemporanea sta vivendo una profonda trasformazione determinata dalla diffusione pervasiva delle Tecnologie dell’Informazione (IT) che stanno modificando radicalmente il modo di vivere, lavorare, produrre documenti e scambiare informazioni. Profondi mutamenti si sono già innescati anche nell’industria dell’ambiente costruito, dovuti all’impiego delle IT o ITC (Information Technologies in Construction): l’elemento più evidente di questi mutamenti è sintetizzato dall’acronimo BIM, che sta sia per Building Information Model sia per Building Information Mode(l)ling. Il termine ha assunto una grande popolarità e diffusione a livello internazionale e si sta progressivamente diffondendo anche in Italia, offrendo nuove prospettive per il settore delle costruzioni e suscitando grande interesse tra gli attori coinvolti.
A partire da questo numero, AR dedica una sezione al tema dell’innovazione. Non a caso. Siamo infatti convinti che si tratti di una questione molto importante per il momento storico attraversato dal nostro mestiere in Italia: basti ricordare che innovare, a giudizio di molti osservatori, costituisce la principale strategia anti-crisi e che se ciò è vero in generale, lo è, in particolare, per la sfera della progettazione e dell’industria delle costruzioni. Va detto subito che innovare non va confuso con il gusto acritico per la novità gratuita e fine a se stessa. Non tutte le nuove idee sono necessariamente delle buone idee. Secondo Vittorio Gregotti, nell’opera Tre forme di architettura mancata,