ATTITUDINE CRITICA - di Fabio Barilari
Sostanza del contemporaneo
Nel secondo anno di Facoltà, avevo una professoressa che pretendeva che tutti i mattoncini dell’isolato che stavamo progettando venissero disegnati con riga e squadra. C’erano i retini, allora: una specie di adesivi (una spiegazione per i giovani, questa) che diventavano parte del disegno a china. I retini servivano ad evitare di dover disegnare i mattoncini a mano. Erano stati inventati per quello. Non so quale trauma le avessero causato i retini. Qualcosa che l’aveva fatta soffrire molto, immagino.
“Questo edificio piacerebbe a Bruno Zevi” mi disse durante l’esame, dandomi un voto basso.
Credo fosse 24 o 25: era un brutto voto per un progetto, sebbene abbia sempre pensato che nella Facoltà di Architettura si debba poter bocciare in quello che è l’esame più importante. Quindi, onestamente, se fossi stato al suo posto, mi sarei bocciato.