Un intervento a più mani, frutto della collaborazione tra l’artista romano Pietro Ruffo e lo Studio Kami Architects, ha ridisegnato - seppur temporaneamente - il volto di piazza Mignanelli nell’estate 2015. Tutto è nato dall’idea del committente, lo stilista Valentino, desideroso di riportare la propria sfilata di haute couture nella Capitale: una scelta dettata dall’importanza della città per la sua carriera (qui è nato professionalmente e ha mosso i primi passi nel mondo della moda), ma anche dalla volontà di inaugurare, per l’occasione, il nuovo flagship store su piazza di Spagna, firmato da David Chipperfield e sito a pochi passi
dalla sede creativa della Maison Valentino, vicina al cinquecentesco Palazzo Gabrielli-Mignanelli. Il concept dell’intervento ha visto una contaminazione tra arte e architettura e, soprattutto, ha preso spunto da Roma e dai Fori Imperiali, con l’intento di ricreare le stratificazioni archeologiche che rappresentano la storia millenaria della città. Tuttavia, date le difficoltà riscontrate nel lavorare in profondità nel sito e nel doversi interfacciare con una piazza dalla morfologia in pendenza, Studio Kami e Pietro Ruffo hanno deciso di impostare il tutto “al negativo”, ribaltando l’idea iniziale e ragionando in altezza, per livelli e sovrapposizioni, a partire da una piattaforma comune. Grazie a un sapiente gioco di incassi e sopraelevazioni in corrispondenza di passerella e tribunette, gli spettatori hanno percepito una reale sensazione di immersione pur trovandosi a una quota superiore rispetto alla piazza. A completamento, in posizione perimetrale, sono stati posizionati alcuni pini marittimi stilizzati con una duplice funzione: riparare il pubblico dal sole e fungere, al tempo stesso, da elemento simbolico della vegetazione di Roma. Il risultato raggiunto richiama alla mente l’idea di una piazza all’interno della piazza, dove le sinuosità degli elementi in legno contrastano la geometria dei palazzi tutt’attorno e dove l’orizzontalità della promenade architettonica fa da contraltare alla verticalità della Colonna dell’Immacolata. L’allestimento, che copriva un’area di 1.730 metri quadrati e ospitava 750 sedute, è stato assemblato in soli nove giorni. Il parterre è stato realizzato in legno multistrato di okumè dello spessore di 20 millimetri; nelle zone di curvatura è stato invece utilizzato il plywood. I pini stilizzati dal disegno mimetico, in policarbonato alveolare prestampato, sono stati tagliati con macchine a controllo numerico. La struttura di sostegno era invece composta da pali tubolari rastremati in ferro, con sistema di ancoraggio con collarini metallici. L’intero allestimento, una volta terminata la sfilata, è stato smontato, in parte riallestito da Studio Kami nella propria sede e in parte riutilizzato per altre installazioni.
Immagini di Studio Kami Architects disegni di Pietro Ruffo forniti da Studio Kami Architects