Il cinema di fantascienza - di Gabriele Niola
L’educazione spaziale delle masse.
Una delle intuizioni più affascinanti di Bruno Zevi, almeno per chi è innamorato dell’audiovisivo, è quella degli spazi architettonici come le scene in cui sono ambientate le nostre vite: in che modo cioè un interno (ma del resto anche un esterno) possa condizionare la lettura dei fatti che avvengono in esso. Il cinema lo sa benissimo, la cura con cui sono scelti oppure addirittura disegnati e costruiti i set è finalizzata proprio a questo, a quello che Zevi idealisticamente auspicava come una sorta di educazione spaziale delle masse, parlare cioè al pubblico tramite gli spazi, di fatto aumentando la consapevolezza del loro linguaggio.