di Daniela Proietti
Sono anni che si parla di semplificazione, informatizzazione, sburocratizzazione, dematerializzazione, tramite annunci e proclami da parte delle alterne amministrazioni che il più delle volte sono rimaste parole “sulla carta”.
Abbiamo assistito a vari interventi legislativi che si sono susseguiti, tutti con l’obiettivo dichiarato dello snellimento procedurale, ma il quadro normativo attuale è ancora un intreccio di norme e regolamenti che non hanno portato ai tanto auspicati benefici.
Basti ricordare i numerosi titoli edilizi tutt’ora vigenti: interventi liberi, CIL (comunicazione di inizio lavori), CILA (comunicazione inizio lavori con relazione tecnica asseverata), SCIA (segnalazione certificata di inizio attività), DIA (denuncia di inizio attività), DIA onerosa, Permesso di Costruire, una vera inflazione di procedure nate per semplificare, ma destinate a complicare il sistema.
E l’edilizia è il settore che maggiormente risente delle complicazioni legate all’inerzia delle amministrazioni nell’intervenire su metodi e comportamenti ormai consolidati, nell’affrontare le inevitabili resistenze dei soggetti coinvolti e a superare i non pochi ostacoli tecnici.
L’infinità di procedure appena elencate, i tempi lunghi e incerti per il rilascio dei titoli abilitativi, il numero eccessivo di amministrazioni a cui rivolgersi, la differenziazione dei procedimenti tra un Comune e l’altro, l’incertezza sugli adempimenti da assolvere, continuano a rappresentare quindi un ostacolo per la ripresa del settore edilizio fortemente colpito dalla crisi.
Da un punto di vista strettamente economico, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha stimato i costi burocratici in edilizia, intesi come tempi e costi impiegati per raccogliere documentazioni, presentare domande, dichiarazioni, relazioni etc. pari a 4,4 miliardi di euro all’anno. Un dato impressionante che fa riflettere sull’urgenza di intervenire drasticamente per ridurre tempi e costi stabilendo un interlocutore unico per cittadini, professionisti e imprese e standardizzando interamente il sistema.
Questa consapevolezza ha portato l’amministrazione di Roma Capitale ad affrontare con determinazione le citate problematiche, e il 16 maggio scorso è stato attivato il SUET, lo Sportello Unico per l’Edilizia Telematico: una nuova piattaforma informatica, destinata ad accogliere e processare le istanze e le comunicazioni che riguardano i titoli edilizi sul territorio comunale, nata dalla collaborazione tra il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica e il Dipartimento Innovazione Tecnologica.
L’attivazione dello Sportello è stata programmata in due fasi temporali: la prima, attualmente attiva, offre la possibilità di presentare tutte le istanze di Comunicazione di inizio lavori (CIL) e di Comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), che rappresentano il maggior numero di procedimenti presentati all’Amministrazione. Una seconda fase, che verrà attivata successivamente, prevede che il sistema telematico sia esteso a tutte le altre istanze: Segnalazione di inizio attività (SCIA), Denuncia di inizio attività (DIA) e Permesso di Costruire (PdC).
È la modalità esclusivamente telematica la vera novità della procedura, nella quale si concentrano le aspettative del mondo professionale e delle imprese per le ricadute positive nei confronti del lavoro quotidiano dei tecnici che finalmente intravedono un primo passo per facilitare le relazioni tra professionisti, cittadini e pubblica amministrazione, attraverso la presentazione esclusivamente on line delle istanze, senza problemi di orari e senza doversi recare fisicamente presso gli uffici preposti.
La pratica presentata attraverso il SUET di fatto sostituisce interamente quella in formato cartaceo, assicura una maggiore trasparenza dell’attività amministrativa, riduce i tempi di istruttoria e, non per ultimo, concretizza la reale “dematerializzazione” delle pratiche. Quest’ultima, finalizzata alla tanto auspicata “scomparsa della carta”, potrà determinare quindi un significativo risparmio in termini economici per utenti e Amministrazione.
Solo per richiamare qualche dato, ogni anno all’Amministrazione Capitolina vengono presentate mediamente 43.628 istanze relative all’attività edilizia (23.418 CILA, 7.622 CIL, 7.396 SCIA, 4.692 DIA, 400 PdC) che con la nascita del SUET transiteranno definitivamente sulla piattaforma informatica.
Per anni l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e provincia si è impegnato nella “battaglia alla burocrazia”, sollecitando le varie Amministrazioni di Roma Capitale che si sono succedute a promuovere e adottare il “progetto della Scrivania Virtuale”, un’innovativa e potente piattaforma informatica, appositamente studiata e sperimentata dall’Ordine professionale stesso. Purtroppo, per alterne vicende politiche, il protocollo di intesa sottoscritto tra amministrazione del Comune di Roma e Ordine non ha avuto seguito, ma alla fine oggi il SUET rappresenta il primo passo verso una reale e fattiva semplificazione.
Un ulteriore strumento innovativo, direttamente connesso con il SUET, di grande utilità sebbene ancora non attivo, sarà quello del N.I.C., ovvero della Nuova Infrastruttura Cartografica, una piattaforma unica basata su un sistema geo-referenziato a supporto di tutti i sistemi informativi dell’Amministrazione relativi al territorio, con cui amministrazione e tecnici, utilizzatori del SUET, potranno consultare in tempo reale la disciplina urbanistica di Roma Capitale (PRG).
In definitiva una volta che il sistema sarà portato a regime permetterà di:
- consultare tutte le informazioni e le norme necessarie per presentare la pratica;
- compilare e firmare in modo guidato i moduli digitali;
- monitorare ogni fase dello stato di avanzamento del procedimento.
Una novità questa del SUET che attua finalmente quanto previsto dal Codice dell’amministrazione digitale che attua il Piano di informatizzazione, introdotto dal Decreto Legge del 24/06/2014, n. 90 e obbligatorio per tutte le pubbliche amministrazioni, portando vantaggi oltre che per le categorie professionali anche per i cittadini, in un’ottica di trasparenza, efficienza e spending review.
Un intervento sicuramente meritorio, ma che da solo non riuscirà ad apportare un contribuito risolutivo alle sorti del nostro settore e ancor meno a quelle della nostra economia.
Per garantire il raggiungimento di un’effettiva semplificazione, indispensabile per recuperare il ritardo competitivo del sistema italiano, per liberare le risorse, per tornare a crescere e cambiare realmente la vita dei professionisti, dei cittadini e delle imprese, sarà indispensabile perseguire, a livello nazionale, tutti gli obiettivi programmatici identificati nell’Agenda per la semplificazione 2015-2017, prevista dall’articolo 24 del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90.
Per la prima volta in Italia, il Governo, le Regioni, i Comuni, le Province e le Città Metropolitane hanno assunto il comune impegno ad assicurare l’effettiva realizzazione degli obiettivi prefissati utilizzando gli strumenti più adeguati di innovazione tecnologica, amministrativa, organizzativa e normativa.
L’Agenda per la semplificazione 2015-2017 individua cinque settori strategici di intervento che rappresentano gli ambiti fondamentali della vita quotidiana di un cittadino e di una impresa: cittadinanza digitale; welfare e salute; fisco; edilizia e impresa. Attuare una efficace semplificazione in questi settori significherà contribuire in modo significativo a rilanciare la competitività dell’intero paese e migliorare, al contempo, la qualità della vita delle persone.
In particolare nel settore dell’edilizia gli obiettivi programmati sono i seguenti:
- modelli unici semplificati ed istruzioni standardizzate;
- operatività dello sportello unico per l’edilizia per ridurre i tempi e gli adempimenti;
- semplificazione dell’autorizzazione paesaggistica per gli interventi di lieve entità;
- verifica delle misure già adottate in edilizia e semplificazione delle procedure preliminari;
- pianificazione delle procedure edilizie on line;
- regolamento edilizio unico.
A poco più della metà dei tempi previsti dall’agenda per il raggiungimento degli obiettivi elencati, alcuni di essi risultano già raggiunti come:
- i modelli unici per i quali è stato ormai completato il recepimento degli schemi da parte di tutte le regioni a statuto ordinario;
- il regolamento edilizio unico che ha superato lo scoglio delle 42 definizioni standardizzate e il 29 Aprile 2016, durante un’audizione presso la Commissione per la Semplificazione della Camera, il Ministro Madia, per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, ha annunciato l’arrivo del REU che verrà approvato in tempi brevi dalla Conferenza Stato-Regioni-Comuni.
È di questi ultimi giorni la notizia che nell’ambito del processo di riforma della Pubblica Amministrazione, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla semplificazione della SCIA approvando la SCIA Unificata, che esordirà nel 2017 col modulo unico nazionale.
Alla base della SCIA Unificata ci sono importanti novità che potrebbero realmente inaugurare una stagione nuova quali:
- l’individuazione dei titoli abilitativi richiesti per ogni intervento;
- i tempi certi entro cui le Amministrazioni dovranno rispondere;
- il divieto di chiedere informazioni e documenti aggiuntivi rispetto a quelli previsti o di cui gli uffici pubblici sono già in possesso.
Il professionista potrà quindi presentare un’unica SCIA allo sportello unico dell’amministrazione interessata. Sarà poi questa stessa a trasmettere la richiesta alle altre PA nel caso in cui siano necessarie altre autorizzazioni o nulla osta. Contestualmente alla presentazione della SCIA, che potrà avvenire anche online, l’Amministrazione dovrà rilasciare una ricevuta in cui saranno indicati i tempi di risposta o definiti i termini per la formazione del silenzio assenso. Nei casi in cui dovesse essere necessaria la Conferenza di Servizi, i termini per la sua convocazione decorreranno dalla data di presentazione dell’istanza e l’inizio dell’attività resta subordinato al rilascio degli atti medesimi, di cui lo sportello dà comunicazione all’interessato. I lavori potranno invece iniziare subito, al momento della presentazione della pratica, se non sono richieste altre autorizzazioni.
In conclusione ci si auspica che tale decreto legislativo possa in tempi brevi contribuire concretamente a una migliore regolamentazione della materia, finalizzata a una effettiva semplificazione e accelerazione dell’iter dei procedimenti amministrativi di rilevante interesse economico e fondamentali per favorire la ripresa del settore edilizio del nostro Paese.