Gli interventi più importanti riguarderanno il San Camillo e l’Ospedale dei Castelli. Ma sono una novantina i cantieri che si inaugurano nei prossimi mesi in tutto il Lazio grazie allo sblocco da parte del governo di 264 milioni di euro. «Ora si può progettare il futuro - annuncia il presidente della Regione Nicola Zingaretti - abbiamo posto le basi per la costruzione di una nuova rete sanitaria».
Governatore Zingaretti, conferma che i conti della Sanità sono finalmente in ordine?
I conti sono a posto: il disavanzo passa da 1.696 milioni nel 2007 a 355 milioni nel 2014. Stiamo anche per attivare un percorso di affiancamento alle Aziende ospedaliere, universitarie e IRCCS pubblici per la realizzazione dei piani di rientro. Dunque il disavanzo cala e la spesa è sotto controllo.
A che punto sono gli interventi per la riqualificazione strutturale della rete ospedaliera?
Siamo al giro di boa. Nei mesi scorsi, abbiamo varato il piano di intervento di ristrutturazione, manutenzione, riammodernamento tecnologico e messa in sicurezza dell’intera rete grazie allo sblocco da parte del Ministero della Salute di 264 milioni di euro. Si tratta di risorse legate all’ex articolo 20 della legge nazionale sui fondi per l’edilizia sanitaria, bloccate da anni. Una cifra che ci consentirà di inaugurare una novantina di cantieri in tutto il territorio. Erano 10 anni almeno che non veniva varato un piano di questa portata.
E non è finita. Abbiamo ricavato 12 milioni e 400 mila euro dalla lotta all’evasione dei ticket e li abbiamo destinati alla ristrutturazione dei pronto soccorso delle province e all’acquisizione di nuove apparecchiature. E ancora, abbiamo stanziato 9 milioni di euro per mettere a norma gli impianti antincendio e altri 5 milioni e 500 mila euro per la realizzazione di dieci Case della Salute. Senza dimenticare i 35 milioni di euro spesi per rendere più funzionali e moderni i pronto soccorso dei nosocomi della Capitale in occasione del Giubileo, con tutti i cantieri dell’Anno Santo chiusi nei tempi previsti.
Concretamente che cosa farete con le risorse disponibili?
Abbiamo approvato un piano d’interventi di manutenzione straordinaria degli edifici destinati ad attività sanitarie e volti a garantire il mantenimento dei livelli di efficienza ed efficacia nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Il piano coinvolge IRCCS, aziende ospedaliere e universitarie. Ristruttureremo tutte le maternità, apriremo nuove Case della Salute, rifaremo la rete dei consultori per i servizi sociali. Insomma, tutte quelle reti vicine alle persone, che i cittadini aspettano da anni. Si tratta di una vera svolta.
Una delle grandi ferite aperte riguarda l’ex ospedale Forlanini. A che punto siamo?
La Giunta ha approvato la delibera con cui si assegna all’Azienda ospedaliera San Camillo un finanziamento di 750 mila euro per avviare e portare a termine i lavori necessari al trasferimento anche del reparto di Medicina Nucleare. Un atto che determina il trasloco dell’ultimo modulo sanitario ancora operativo dell’ex Forlanini. Il progetto esecutivo con i lavori necessari a completare il passaggio sarà approvato a breve dal Nucleo di Valutazione Regionale. Parallelamente, stiamo lavorando alla destinazione dell’intera area, di eno rme valore anche dal punto di vista architettonico. Ci sono diverse ipotesi e una certezza: metteremo in campo un grande progetto per rigenerare un luogo in disuso ormai da tempo e restituirlo alla città.
Una volta ristrutturata la rete ospedaliera, quali saranno i passi successivi?
Terminata la missione di risanamento, è tempo di costruire un nuovo modello. La strada è tracciata nei programmi operativi 2016-2018. Il documento si compone di 13 capitoli, ognuno corrispondente agli ambiti di intervento: dal riordino della rete ospedaliera ai piani di rientro per gli ospedali “in rosso”, dalle liste d’attesa alla sanità digitale. Queste le priorità per realizzare un modello di sanità che sia il prodotto di un’azione corale, aperto al mondo delle imprese, alle forze sociali e a tutti i soggetti attivi nella sanità.
È ottimista?
Progettare il futuro è oggi possibile, abbiamo posto le basi per il rinnovamento della sanità, cominciando a sciogliere alcuni nodi cruciali. In una regione che, dopo anni di commissariamento, sembrava rassegnata a un lento decadimento della qualità delle cure, stiamo dando risposte concrete alle esigenze dei cittadini.
Stanno nascendo hub ospedalieri di livello europeo - penso all’ospedale dei Castelli - e una rete territoriale forte; abbiamo investimenti in tecnologie che vanno di pari passo a un’attenzione al decoro e all’umanizzazione dei luoghi della sanità inediti. Il percorso è avviato e in parte i risultati sono già visibili, poi certo resta ancora molto da fare. Per proseguire, occorre un grande contributo in termini di innovazione da parte di tutti, non solo del personale sanitario. Penso, ad esempio, a quanto sarà importante, per sfruttare appieno l’occasione dei grandi investimenti in arrivo, il contributo degli architetti, che dovranno essere coinvolti attivamente nel percorso di ricostruzione, con l’obiettivo comune di offrire ai cittadini strutture più efficienti, sostenibili, tecnologicamente avanzate e attente ai bisogni dei pazienti e delle loro famiglie.
Che dopo anni di promesse si aspettano dei risultati concreti…
Secondo i dati di Prevale, il sistema deputato a misurare la qualità dei servizi sanitari nel Lazio, il livello delle prestazioni sta migliorando in alcune aree strategiche e il raffronto tra l’anno 2013 e il 2015 mostra che oggi il sistema è più uniforme e più equo.
Per la prima volta nel 2014 il Lazio supera lo standard minimo previsto sull’adempimento dei LEA, i livelli essenziali di assistenza, passando da 157 punti nel 2013 a 168 nel 2014. Ecco, questo mi pare un dato che conferma come risanamento finanziario e innalzamento della qualità delle cure possano andare di pari passo.